La sentenza n. 8072 emessa il 27 marzo 2025 dalla Sezione Lavoro della Cassazione Civile offre un’importante occasione per riflettere sul ruolo e i limiti della Suprema Corte nel nostro ordinamento giuridico. In questo caso specifico, la Corte ha confermato la correttezza della decisione di merito, ribadendo alcuni principi fondamentali in materia di giudizio di legittimità.
La Cassazione, come è noto, non è un organo deputato alla rivalutazione dei fatti o delle prove emerse nel corso del processo. Il suo compito principale è quello di verificare la conformità delle sentenze ai principi di diritto, garantendo così un’applicazione uniforme della legge su tutto il territorio nazionale. Questo principio è stato ribadito nella sentenza in esame, in cui i giudici supremi hanno sottolineato che il ricorso per cassazione non può essere utilizzato come uno “strumento per accedere ad un terzo grado di giudizio”.
La Corte ha puntualizzato che spetta esclusivamente al giudice di merito il compito di valutare le prove e individuare le fonti del proprio convincimento. Questo include il controllo sull’attendibilità e la concludenza degli elementi probatori, nonché la scelta di quali risultanze processuali considerare prevalenti. Tale libertà valutativa è limitata solo nei casi espressamente previsti dalla legge, ma al di fuori di questi il giudice di merito gode di un’ampia discrezionalità.
Nel caso in esame, il ricorso presentato dal datore di lavoro mirava a contestare la presunta ingiustizia della sentenza d’appello. Tuttavia, la Cassazione ha ritenuto che la Corte d’appello avesse svolto un ragionamento corretto e ben argomentato, conforme ai principi di diritto. Pertanto, i giudici supremi hanno respinto il ricorso, confermando la sentenza impugnata.
Questa decisione conferma l’importanza del rispetto dei ruoli e dei limiti tra i diversi gradi di giudizio. La Cassazione non si configura come un terzo grado di merito, ma come un organo di garanzia della legalità e della coerenza giuridica. La sentenza n. 8072 del 2025 rappresenta quindi un’importante riaffermazione del principio secondo cui la valutazione dei fatti compete esclusivamente ai giudici di merito, mentre la Cassazione si occupa esclusivamente del controllo di legittimità.

Info sull'autore