Con la sentenza n. 7846/2025, la Corte di Cassazione ha introdotto un importante principio di diritto per quanto riguarda l’accesso all’Ape sociale, ampliandone la platea dei beneficiari. Secondo quanto stabilito, il diritto all’Ape sociale non è limitato esclusivamente ai disoccupati che hanno usufruito dell’indennità di disoccupazione, ma include anche coloro che, pur essendo disoccupati, non hanno beneficiato di tale indennità perché non spettante, purché siano in possesso dei requisiti di anzianità e contributivi previsti dalla normativa.
Un passo avanti per la tutela sociale dei disoccupati
L’Ape sociale, introdotta per favorire l’uscita anticipata dal mondo del lavoro di categorie meritevoli di tutela, ha finora richiesto, tra i suoi criteri di accesso, l’aver percepito un’indennità di disoccupazione. Tuttavia, la sentenza della Cassazione cambia radicalmente questo approccio. La Corte ha infatti riconosciuto che l’esclusione di chi, pur essendo disoccupato, non ha avuto accesso alla disoccupazione per motivi tecnici, rappresenta una disparità di trattamento ingiustificata rispetto ai principi di equità e tutela sociale.
I requisiti per accedere all’Ape sociale
Con questa nuova interpretazione, il diritto all’Ape sociale viene garantito anche a chi:
- Si trova in stato di disoccupazione.
- Non ha ricevuto l’indennità di disoccupazione perché non spettante, ad esempio per un rapporto di lavoro cessato senza diritto a tale indennità.
- Rispetta i requisiti di anzianità contributiva (almeno 30 o 36 anni a seconda dei casi) e appartiene alle categorie previste dalla legge, come lavoratori impiegati in mansioni gravose, caregiver o persone con invalidità civile.
Le motivazioni della Corte
La Corte di Cassazione ha evidenziato che il principio cardine della normativa sull’Ape sociale è la tutela di categorie vulnerabili, favorendo un accesso anticipato alla pensione in situazioni di difficoltà socioeconomica. Pertanto, subordinare il diritto all’Ape sociale alla percezione dell’indennità di disoccupazione escluderebbe ingiustamente individui che, pur avendo vissuto situazioni di disoccupazione e precarietà, non hanno avuto la possibilità di beneficiare di tale indennità per ragioni indipendenti dalla loro volontà.

La decisione della Corte di Cassazione sottolinea l’importanza di una lettura estensiva delle norme sociali, in linea con i principi di giustizia ed equità. I lavoratori disoccupati, anche quelli esclusi dall’indennità di disoccupazione, potranno ora vedersi riconosciuto il diritto all’Ape sociale, aprendo la strada a una maggiore inclusione e protezione per le fasce più fragili della popolazione.
Info sull'autore