I reati ambientali presentano diverse peculiarità se confrontati con gli altri reati presupposto. Prima di analizzare i tratti specifici occorre, tuttavia, segnalare i numerosi tratti comuni con le altre fattispecie di cui al D. Lgs. 231/2001.
Tratti comuni a tutti i reati presupposto sono: la centralità del principio di effettività, la disciplina della delega di funzioni, le norme tecniche e la loro rilevanza nell’accertamento dell’elemento soggettivo della colpa, la configurabilità di un interesse o vantaggio dell’ente rispetto alla commissione del reato presupposto, la necessità – quale controprova dell’idoneità del modello – di misure che possano essere eluse solo fraudolentemente (e la conseguente indagine sulla compatibilità di tali misure con la natura colposa dei reati), la possibile responsabilità penale dei membri dell’organismo di vigilanza per comportamento omissivo.
Tratti specifici delle fattispecie di cui all’art. 25-undecies del D. Lgs. n. 231/2001 e dei reati ambientali in generale sono invece da individuare tra i seguenti.
In particolare, si tratta in gran parte di reati:
- cd. di condotta, consistenti in violazioni formali o comunque connesse ad adempimenti di natura amministrativa;
- spesso previsti da norme penali in bianco;
- costruiti sul modello del reato di pericolo astratto;
- di natura prevalentemente contravvenzionale;
- suscettibili in larga misura di essere estinti mediante oblazione;
- apparentemente comuni ma sostanzialmente propri;
- permeati da un elevato tecnicismo.
Lieti di averti dato qualche informazione generale, rimaniamo a disposizione per l’analisi del tuo caso!
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